Un nuovo studio danese, dell’Ospedale universitario di Odense e pubblicato su The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, ha evidenziato un legame tra la sindrome dell’ovaio policistico e il diabete di tipo 2.
La sindrome dell’ovaio policistico, uno dei più comuni disturbi ginecologici nelle donne in età riproduttiva, è legata a un rischio quattro volte maggiore di sviluppare diabete di tipo 2.
Questa patologia, che si caratterizza per alterazioni degli ormoni, per l’ingrossamento delle ovaie e la presenza di cisti ovariche multiple, colpisce il 5-10% delle donne ed è legata anche a una resistenza all’insulina. I muscoli, il grasso e il fegato non rispondono correttamente all’ormone, quindi il corpo continua a produrne di più e questo è un fattore di rischio per lo sviluppo di diabete
Gli studiosi hanno preso in esame i dati relativi a 19.639 donne in età fertile con sindrome dell’ovaio policistico seguite in media per 11 anni, confrontandole con altre che avevano la stessa età ma non la stessa patologia, per un totale di 54.680.Sono stati analizzati i livelli di glucosio, testosterone, trigliceridi e colesterolo, ma anche altri fattori come l’età e l’indice di massa corporea. “Abbiamo scoperto che il rischio di sviluppare il diabete è quattro volte maggiore e che la malattia viene diagnosticata quattro anni prima nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico”, sintetizza Dorte Glintborg, una degli autori dello studio.
In queste ultime la diagnosi di diabete avviene infatti a circa 31 anni, a fronte di una media di 35. Indice di massa corporea e livello di glucosio sono fattori da monitorare in modo particolare perché possono predire il rischio.